
“Tu sei ciò che mangi e ciò che annusi”. Sembra una frase detta oggi, molto attuale, e invece no. Tanto tempo prima che le fragranze gourmand* ispirate ai buongustai fossero persino sognate e mentre l’olfatto era ancora percepito come il cugino povero degli altri nostri sensi, un poliedrico personaggio del ‘700 sosteneva i piaceri squisiti che il gusto e l’olfatto portano nella vita di tutti i giorni. E più che il solo piacere: infatti, ha preannunciato il giusto apprezzamento e lo studio scientifico di questi sensi così trascurati. Parliamo di Jean Anthelme Brillat-Savarin (1755-1826). Ecco la sua storia.
Gusto e olfatto uniti da un filo conduttore
“Dimmi cosa mangi e ti dirò chi sei.” Così disse Jean Anthelme Brillat-Savarin, un avvocato e politico francese che, oltre alla legge, studiò chimica e medicina, e alla fine divenne famoso come epicureo e gastronomo, ed anche come naso. La sua opera fondamentale Physiologie du goût (La fisiologia del gusto), contiene le filosofie e le osservazioni di Savarin sui piaceri del cibo, che considerava una scienza, molto prima della nascita della gastronomia molecolare e degli studi seri sul gusto e sull’olfatto. E l’olfatto era in prima linea nell’esperienza gastronomica, aveva capito Savarin; esclamando: “L’olfatto e il gusto non sono in realtà che un unico senso composito, il cui laboratorio è la bocca e il suo camino il naso“.
L’olfatto come fedele consigliere, anche per evitare pericoli
Precedentemente considerato il meno importante dei sensi – in effetti, l’olfatto rimane il meno esplorato scientificamente, sebbene la tecnologia stia facendo enormi passi avanti nella nostra comprensione – Savarin fu il primo a proclamare che “L’olfatto, come un fedele consigliere, predice il suo carattere”. Pubblicato solo due mesi prima della sua morte, questo testo continua ad essere stampato e ancora oggi si rivela fonte di ispirazione per chef e amanti del cibo e delle fragranze. Capì infatti che gusto e olfatto devono lavorare insieme in armonia per la piena soddisfazione dei sensi. Proprio per questo Brillat Savarin osservò, come abbiamo visto prima, che “l’olfatto e il gusto non sono in realtà che un unico senso composito, il cui laboratorio è la bocca e il suo camino il naso”. Precedendo i notevoli passi avanti nella conoscenza che le apparecchiature ad alta tecnologia hanno consentito e rivelando quanto il nostro senso dell’olfatto sia intrecciato al gusto e al piacere del cibo, Savarin ha anche osservato come i nostri nasi ci proteggano dal consumo di sostanze potenzialmente dannose, spiegando “[…] per cibi sconosciuti, il naso fa sempre da sentinella e grida di stare attenti, arrivando alla conclusione che il carattere di una persona può essere predetto nelle sue preferenze di gusto e olfatto […]. Insomma, dimmi cosa mangi e ti dirò cosa sei”.
E voi, quale fragranza gourmand di Lorenzo Pazzaglia preferite? In catalogo ce ne sono tante, una più buona dell’altra. Da bravi golosi non potete farvele sfuggire.
*Per fragranza gourmand qui intendiamo una delle più recenti famiglie nell’universo delle fragranze: il primo esempio di successo, nella profumeria mainstream e blockbuster è stato Angel di Thierry Mugler (1993) e da allora le note ‘commestibili’ sono diventate super popolari. Alla base dei profumi gourmand ci sono ingredienti quali caramello, cioccolato, latte, zucchero filato, caffè, cognac, caramello, mandorle, persino gomma da masticare e quasi sempre una generosa dose di vaniglia. Potrebbero esserci anche spezie o ambra: in generale, le fragranze gourmand sono calde e più indossabili nelle stagioni più fredde, quando vogliamo una fragranza con cui coccolarci.